Ultimo aggiornamento: 15 giugno 2025 10:02
Quando si parla di adattamenti live-action, l’industria dell’intrattenimento si trova spesso davanti a una sfida spinosa: accontentare i fan senza svendere l’anima di un’opera. È quello che è successo , o meglio, non è successo ,con il film live-action di Ben 10, cancellato da Warner Bros. dopo anni di sviluppo travagliato.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, scatenando reazioni contrastanti tra chi attendeva il ritorno dell’eroe dell’Omnitrix con trepidazione e chi ha accolto la cancellazione come una “pallottola schivata”, viste le recenti delusioni nel mondo degli adattamenti. Ma è davvero giusto tirare un sospiro di sollievo? O abbiamo perso l’occasione di assistere a qualcosa di sorprendente?
Ben 10:un progetto nato nel caos, finito nel nulla
Il film live-action di Ben 10 era in sviluppo ,almeno sulla carta , dal 2011. Un tempo lunghissimo, abbastanza per finire nel famigerato “development hell” di Hollywood. Secondo quanto trapelato, la cancellazione sarebbe stata causata da una combinazione di scadenze legate ai diritti e incertezze interne a Warner Bros., una casa di produzione che negli ultimi anni ha alternato intuizioni geniali a scelte discutibili.
Ma il punto centrale è questo: del film non si è mai visto nulla. Nessuna foto dal set, nessun concept art, nemmeno una sinossi ufficiale. Solo un titolo e tante speculazioni. Eppure, la sola notizia della sua cancellazione è bastata per scatenare un dibattito feroce.
Chi ha esultato per la cancellazione ha un punto: la maggior parte degli adattamenti live-action recenti, soprattutto quelli tratti da anime e cartoni ,sono stati fallimenti rumorosi. Basta pensare a Cowboy Bebop, Death Note o Avatar: The Last Airbender. Anche i colossi come Netflix sembrano inciampare spesso quando cercano di trasformare l’animazione in carne e ossa.
Tuttavia, è giusto condannare un progetto mai nato solo per colpa dei suoi “cugini”? Chiudere la porta a priori significa ignorare che ci sono esempi di live-action riusciti, come i film di Sonic o l’adattamento di One Piece, lodato per il suo rispetto della materia originale e per l’entusiasmo del cast, in particolare dell’attore Iñaki Godoy.
Ben 10, un franchise sottovalutato
Ben 10 non è solo un cartone per bambini: è un marchio da 8 miliardi di dollari. Un universo narrativo ricco, pieno di possibilità visive e narrative, con decine di alieni, trasformazioni, viaggi interdimensionali. Se trattato con amore e rispetto, avrebbe potuto essere una vera e propria saga cinematografica di fantascienza per un pubblico giovane e non solo.
Il problema? Warner Bros. Non è un segreto che la major abbia una reputazione complicata, soprattutto quando si tratta di progetti legati ai supereroi. L’ingerenza nei processi creativi, le cancellazioni improvvise, le decisioni di marketing affrettate: tutto questo ha contribuito alla diffidenza dei fan. In altre parole: anche se Ben 10 avesse avuto un buon potenziale, molti temevano che sarebbe stato sprecato.
Alien Swarm e Race Against Time: precedenti imperfetti
Certo, Ben 10 ha già avuto due film live-action per la TV: Race Against Time e Alien Swarm. Nessuno dei due è stato un disastro, ma nemmeno memorabili. Il vero problema? La mancanza di alieni. Un franchise basato su trasformazioni e creature aliene non può funzionare con tre o quattro mostri in CGI e il resto del film passato in sella a una motocicletta. I limiti di budget si sono visti tutti.
Eppure, oggi le cose sono cambiate. La tecnologia ha fatto passi da gigante, e con la giusta combinazione di effetti pratici e CGI, un film di Ben 10 potrebbe offrire un mix visivamente credibile. L’autore del video suggerisce che non servirebbe nemmeno mostrare 10 alieni diversi: con una buona narrazione, ne basterebbero 4-5 ben inseriti per rendere il tutto spettacolare e soddisfacente.
Soldi e visibilità: le vere forze in gioco
C’è un’altra verità difficile da ignorare: gli adattamenti live-action vendono. Lo dimostrano i numeri. Anche quando i film sono mediocri, come molti capitoli della saga Transformers, riescono a incassare milioni. Il primo weekend di un film animato come Transformers: One ha portato a casa 39 milioni di dollari; un live-action, anche non eccellente, può incassare il doppio.
Questo spiega perché i grandi studi continuano a “spammare” progetti live-action. Perché fanno soldi. E Ben 10 avrebbe potuto fare soldi. Avrebbe potuto riportare il personaggio nel mainstream e spingere nuovi progetti animati. Ma la domanda resta: a che prezzo?
L’ultima speranza
Ben 10 è molto più di un cartone animato per bambini: è stato, per un’intera generazione, un simbolo di immaginazione sfrenata, avventura e possibilità infinite. Ogni trasformazione, ogni alieno, ogni episodio raccontava non solo di un ragazzo con un orologio spaziale, ma di cosa significa crescere, sbagliare, cambiare… e diventare qualcosa di più grande.
Forse è proprio per questo che la notizia della cancellazione del film live-action ha colpito così forte. Perché dietro la delusione c’è ancora una voglia inespressa: quella di vedere quel mondo prendere vita sul grande schermo, con tutto il rispetto e l’ambizione che merita. Non per nostalgia fine a sé stessa, ma per raccontare Ben 10 al mondo di oggi, con nuova energia, nuove tecnologie, e ,soprattutto, cuore vero.
In fondo, non stiamo chiedendo solo un film. Stiamo chiedendo un’opportunità per un personaggio che ci ha fatto sognare, per un’idea che ha ancora tanto da dire. Il futuro di Ben 10, forse, non è stato cancellato. È solo in pausa. E quando arriverà il momento giusto, il pubblico sarà lì. Pronto a dire: finalmente.
Perché Ben non ha mai smesso di trasformarsi. E noi non abbiamo mai smesso di crederci.
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