Ultimo aggiornamento: 29 luglio 2025 10:05
Dopo dodici anni di attesa, il nuovo film di Superman è finalmente arrivato. Un evento cinematografico carico di aspettative, soprattutto dopo le numerose false partenze e controversie del passato, in particolare il caso Henry Cavill, inizialmente annunciato come il ritorno dell’Uomo d’Acciaio, salvo poi essere messo da parte dallo stesso James Gunn. Ora, sotto la guida di James Gunn, si apre un nuovo capitolo. Ed è un capitolo che, pur con qualche sbavatura, punta dritto al cuore dei fan, regalando un finale potente e una visione solida per il futuro del DC Universe.
Il ritorno di Superman: un’icona reinventata
Il Superman di Gunn è forse la versione più umana mai apparsa sul grande schermo. Nonostante il peso delle aspettative, il film riesce a restituire l’essenza del personaggio ,giustizia, speranza e moralità ,senza mai risultare obsoleto o banale. Il tono richiama molto il Superman del 1978 di Richard Donner, ma aggiornato ai nostri tempi. Il finale del film, in particolare, sottolinea una rinascita del personaggio, mostrando che Superman non è solo un eroe, ma un simbolo rinnovato per il DCU.
La minaccia minaccia targata Ultra-Man
Uno degli elementi più discussi e riusciti del film è l’introduzione di Ultra-Man, il clone oscuro di Superman. La sua identità era un mistero prima dell’uscita, ma i fan più attenti l’avevano intuito: si tratta di un clone creato da Lex Luthor, ispirato al Bizarro dei fumetti, con una spruzzata del background del Sindacato del Crimine.
La rivelazione avviene in un momento cruciale: durante lo scontro per salvare Metropolis, la tuta del misterioso “uomo in nero” si danneggia, rivelando un Superman trasandato e dal volto familiare. Questo scontro è fondamentale per il messaggio del film: Superman non combatte solo nemici esterni, ma anche se stesso, o meglio, la sua versione corrotta, ovvero Ultraman.

Il finale di Ultra-Man, risucchiato in un buco nero dopo un combattimento feroce, potrebbe non essere definitivo. Il fatto che Superman stesso sia sopravvissuto a un buco nero all’inizio del film lascia una porta aperta per un possibile ritorno.
Lex Luthor: il vero burattinaio
Lex Luthor, interpretato in modo magistrale da Nicholas Hoult, è il cervello dietro la manipolazione dell’opinione pubblica. Un Luthor diverso dalle versioni preccedenti viste in serie televisivie o film, completamente ossesionato da Clark Kent. Il suo obiettivo? Far odiare Superman. Con un esercito di bot, campagne sociali e manipolazioni mediatiche, Lex costruisce un’immagine distorta dell’eroe, trasformandolo da salvatore a minaccia.
Il colpo di scena più forte riguarda un messaggio segreto di Jor-El, che Lex modifica per far sembrare che i genitori di Kal-El volessero conquistare la Terra. È solo grazie all’intervento di Lex stesso che Superman scopre questa verità distorta. Ma la verità assoluta, forse, verrà rivelata in futuro.
Lex viene infine smascherato da Lois Lane, che scopre il suo piano e lo espone pubblicamente. Condotto nella prigione di Belle Reve, non è detto che vi resterà a lungo. Nei fumetti, Lex è sopravvissuto a molto peggio. Gunn sembra volerlo tenere come antagonista ricorrente, magari con alleanze temporanee o un ruolo da “falso eroe”.
La spiegazione del finale di Superman
Il finale di Superman è una dichiarazione d’intenti. L’eroe sopravvive, cresce e guarda al futuro. Lo vediamo aiutare Mr. Terrific a ricostruire Metropolis, e poi in un tenero momento sulla luna con il suo cane Krypto.
Ma non è tutto. Il film introduce la Justice Gang, una squadra di eroi supportata finanziariamente da Maxwell Lord. Tra i membri troviamo Mr. Terrific, Hawkgirl, Guy Gardner e Metamorpho. Sebbene le loro origini non vengano esplorate in dettaglio, questo approccio “fumettistico”, entrare in un mondo già formato, dà profondità e dinamismo al film, anche se potrebbe spiazzare i neofiti.
Inoltre, viene menzionata anche la leggendaria Justice Society of America, suggerendo che l’universo DC è molto più ampio di quanto sembri, con metaumani attivi da oltre 300 anni. Il murale nella Hall of Justice è un chiaro riferimento a futuri sviluppi.
Supergirl e il futuro della DC
Nel finale, vediamo Supergirl, Kara Zor-El, entrare nella Fortezza della Solitudine. È un’introduzione non convenzionale: appare ubriaca, disinvolta, giovane. Krypto, che scopriamo essere il suo cane, l’accompagna. Questo dettaglio cambia la prospettiva sul legame tra Clark e Krypto, rendendo Kara una presenza familiare ma anche indipendente.
Questa versione di Kara è destinata a brillare nel film già annunciato “Supergirl: Woman of Tomorrow” (2026), con Milly Alcock nel ruolo. Un progetto ambizioso che promette di esplorare le sfumature più complesse del personaggio.
Criticità e punti deboli
Nonostante il film sia stato generalmente ben accolto, non mancano le critiche. Il ritmo è frenetico, a tratti caotico. L’introduzione di molti personaggi senza storie d’origine rischia di confondere gli spettatori meno esperti. Alcuni momenti emotivi vengono affrettati o smorzati da battute che spezzano la tensione.
La relazione tra Clark e Lois, già consolidata fin dall’inizio, lascia poco spazio alla crescita emotiva del loro rapporto. Questo elimina la tradizionale dinamica romantica, togliendo potenzialmente pathos a scene chiave.

Alcuni fan hanno anche segnalato somiglianze tra la rivelazione del clone e Black Noir di The Boys, riducendo l’originalità del colpo di scena. Tuttavia, l’insieme delle influenze è ben fuso e coerente con l’universo narrativo creato da Gunn.
Azione, spettacolo e una chiusura brillante
L’azione è uno dei punti forti. Le sequenze di combattimento, specialmente quelle nelle dimensioni tascabili, sono visivamente spettacolari. Lo stile ricorda una tavola di fumetto che prende vita. David Corenswet è un Superman convincente, classico ma attuale. Rachel Brosnahan offre una Lois Lane brillante e cinica, perfetto contraltare al candore dell’eroe. Ma anche gli altri personaggi sono vben caratterizzati, basti pensare a Mr Terrific, dove in alcune sequenze ruba la scena al protagonista.
Il finale del film di Superman è un mix perfetto di nostalgia, novità e apertura narrativa. Rilancia il personaggio con dignità e ambizione, lasciando lo spettatore desideroso di vedere di più.
Conclusione: un finale imperfetto, ma promettente
Il nuovo film di Superman è una dichiarazione d’amore al personaggio e alla sua eredità. Pur non essendo perfetto e sopratutto profondamente diverso da quello di Snyder, riesce in ciò che contava davvero: restituire speranza, lanciare le basi per una nuova era del DCU e offrire un finale degno di nota per il primo capitolo di questo rinascimento supereroistico.
Con l’introduzione di nuovi eroi, misteri lasciati aperti, e un Superman finalmente all’altezza della sua leggenda, possiamo dire che, dopo anni di oscurità, il sole è tornato a splendere sull’universo DC.
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