Ultimo aggiornamento: 12 giugno 2025 19:11
Nel vasto e ipercompetitivo panorama dei manga contemporanei, un nome continua a spiccare per la sua capacità di sorprendere e rovesciare le aspettative: ONE, l’autore visionario dietro fenomeni come One-Punch Man e Mob Psycho 100. La sua nuova opera, intitolata Versus, si presenta come una sfida narrativa ambiziosa che gioca con il concetto di multiverso, un tema ormai familiare ma trattato qui con una lente completamente inedita. L’intento è chiaro fin da subito: evitare il cliché e spingere il lettore in un territorio dove la lotta non è più tra bene e male, ma tra mali diversi e forse peggiori.
Il manga si apre con una scena cupa, quasi terminale. Siamo catapultati in un mondo fantasy medievale dove la guerra contro i demoni ha ormai segnato la fine di ogni speranza. I compagni dell’eroe, Hollow, sono caduti, e lui stesso si trova sull’orlo della disfatta. Qui non c’è traccia della classica retorica shonen dove la forza dell’amicizia o un colpo di scena salvifico cambia le sorti della battaglia. Hollow è solo, sopraffatto e disperato. Il tono è malinconico, opprimente, ma mai privo di tensione. La sensazione dominante è quella dell’impotenza. Eppure, nel cuore di questa disfatta, nasce un’idea dirompente.
Versus: un multiverso narrativo dove il male combatte il male
Un mago, alleato dell’eroe, propone una soluzione estrema: se nel loro mondo non c’è più nulla in grado di fermare i demoni, allora bisogna cercare altrove. Un incantesimo apre un portale verso un altro universo e, con un’esplosione visiva, la narrazione cambia completamente tono.
Dal varco emerge una civiltà altamente tecnologica, armata con armi futuristiche e pronta a combattere non i demoni, ma un nemico ancora più pericoloso: robot senzienti e intelligenze artificiali ribelli. Anche loro sono allo stremo, anche loro sono in cerca di aiuto. Così nasce un’alleanza tanto necessaria quanto inquietante.
Il piano che segue è semplice, ma brillante: i due mondi si scambiano i nemici. I guerrieri fantasy affrontano i robot, mentre i soldati futuristici combattono i demoni. Ma questa strategia si rivela solo un’illusoria scorciatoia. I nemici sono troppo forti, troppo radicati. Nessuno dei due gruppi riesce a prevalere davvero.
La vera chiave di lettura di Versus è molto più sottile: se il male non può essere sconfitto, allora forse può essere manipolato. Il cuore della strategia diventa far scontrare le incarnazioni del male tra loro, creando una spirale di inganno, sacrificio e manipolazione.
È da qui che prende senso il titolo, Versus, che non rappresenta più lo scontro tra eroi e villain, ma una battaglia tra forze oscure, ciascuna devastante a modo suo.
La narrazione si espande ulteriormente con l’introduzione di un evento cosmico ancora più vasto. Il portale iniziale non ha collegato solo due universi, ma ha dato il via a una catena di collisioni dimensionali. Ogni mondo che emerge è devastato da forze maligne diverse: virus intelligenti, parassiti mutanti, divinità decadute, mostri kaiju, entità psichiche.
Ogni universo introduce nuovi personaggi, ognuno con un design unico, abilità particolari e un passato da scoprire. Versus diventa così un vero caleidoscopio narrativo, dove generi e immaginari si mescolano in modo dissonante ma incredibilmente affascinante.

Versus: Tra caos narrativo e genialità visiva
Il rischio, naturalmente, è quello di perdersi. E in parte, succede davvero. Man mano che aumentano i mondi e i personaggi, il ritmo narrativo rallenta. Il lettore, inizialmente catturato da un’idea dirompente, si ritrova immerso in continue nuove introduzioni, ognuna bisognosa di attenzione ma raramente capace di lasciare un segno duraturo nella memoria emotiva.
I protagonisti del primo mondo, come Hollow, restano i più riconoscibili e coinvolgenti, mentre i nuovi personaggi appaiono e scompaiono in fretta, troppo numerosi e troppo fugaci per imprimersi davvero.
Questa dispersione del focus è probabilmente il punto debole più evidente della serie, che alterna momenti di vera genialità a passaggi più confusi. Alcuni nemici, come parassiti o virus, risultano meno impressionanti visivamenterispetto a giganteschi mostri o cyborg super armati. Questo squilibrio, sommato a una narrazione corale instabile, può generare un senso di frustrazione.
Eppure, nonostante questi difetti, Versus resta un manga sorprendente, capace di offrire spunti di riflessione profondi e inaspettati.
Uno dei messaggi più forti che emergono dalla serie è quello della cooperazione. Nessun eroe può vincere da solo, ma uniti anche i più disperati possono aprire un varco nell’oscurità. Il tema della collaborazione tra mondi, razze e tecnologie diverse è trattato con sincerità e originalità, evitando il sentimentalismo e mostrando invece quanto sia difficile, ma necessario, stringere alleanze in tempi di crisi.
La speranza non si basa più sull’eroismo individuale, ma sulla capacità di pianificare, sacrificare e scegliere il male minore per sopravvivere.
Dal punto di vista visivo, l’artista dimostra una versatilità notevole. Le tavole spaziano dal fantasy oscuro al sci-fi brillante, passando per horror, cyberpunk e post-apocalittico. Ogni mondo ha una propria identità visiva ben definita, e nonostante l’alto numero di personaggi, tutti sono curati graficamente.
C’è però un dettaglio che ha sollevato più dubbi che entusiasmo: un maiale volante, compagno di Hollow, che appare come un’aggiunta forzata e fuori tono. Il suo design poco convincente e il ruolo irrilevante lo rendono facilmente dimenticabile, tanto da sembrare più un errore creativo che una scelta narrativa ben pensata.
Un manga imperfetto ma necessario
Il confronto tra Versus e le opere precedenti di ONE è quasi inevitabile. Serie come Mob Psycho 100 e One-Punch Man sono ormai dei classici moderni, apprezzati per il loro equilibrio tra azione, umorismo e profondità emotiva. Versus, pur mostrando qua e là lampi della stessa genialità, sembra ancora un’opera incompleta: manca una vera coesione narrativa e il carisma immediato dei protagonisti delle serie precedenti.
Eppure, proprio per la sua natura sperimentale e per il coraggio con cui sfida le convenzioni del genere, Versus merita attenzione. Ci si può chiedere se ONE non avrebbe fatto meglio a concludere i progetti già avviati, ma forse Versus è la risposta a una nuova urgenza creativa: un’opera che sceglie di esplorare il caos anziché l’ordine, la strategia al posto dell’azione pura, e la complessità del male invece della semplicità del bene.
Per chi ama i manga fuori dagli schemi, Versus è un titolo da tenere d’occhio, da discutere, e, perché no, da mettere alla prova. Il suo futuro è incerto, ma proprio per questo ancora più affascinante.
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