Ultimo aggiornamento: 28 maggio 2025 17:48
Nel vasto e ipercompetitivo panorama dei manga contemporanei, un nome continua a spiccare per la sua capacità di sorprendere e rovesciare le aspettative: ONE, l’autore visionario dietro fenomeni come One-Punch Man e Mob Psycho 100. La sua nuova opera, intitolata Versus, si presenta come una sfida narrativa ambiziosa che gioca con il concetto di multiverso, un tema ormai familiare ma trattato qui con una lente completamente inedita. L’intento è chiaro fin da subito: evitare il cliché e spingere il lettore in un territorio dove la lotta non è più tra bene e male, ma tra mali diversi e forse peggiori.
Il manga si apre con una scena cupa, quasi terminale. Siamo catapultati in un mondo fantasy medievale dove la guerra contro i demoni ha ormai segnato la fine di ogni speranza. I compagni dell’eroe, Hollow, sono caduti, e lui stesso si trova sull’orlo della disfatta. Qui non c’è traccia della classica retorica shonen dove la forza dell’amicizia o un colpo di scena salvifico cambia le sorti della battaglia. Hollow è solo, sopraffatto e disperato. Il tono è malinconico, opprimente, ma mai privo di tensione. La sensazione dominante è quella dell’impotenza. Eppure, nel cuore di questa disfatta, nasce un’idea dirompente.
Versus: un multiverso narrativo dove il male combatte il male
Un mago, alleato dell’eroe, propone una soluzione drastica: se nel loro mondo non esiste più nulla che possa sconfiggere i demoni, allora bisogna cercare altrove. Un incantesimo apre un portale verso un altro universo e, come in un’esplosione visiva, la narrazione cambia registro. Dal varco emerge una civiltà altamente tecnologica, armata di armi futuristiche e intenzionata a combattere non i demoni, bensì un nemico ancora più insidioso: robot senzienti e intelligenze artificiali ribelli. Anche loro sono allo stremo. Anche loro cercano aiuto. Nasce così un’alleanza tanto necessaria quanto inquietante.
Il piano che ne consegue è semplice, ma geniale. I due mondi si scambiano i rispettivi nemici. I guerrieri fantasy combattono i robot, mentre i soldati futuristici affrontano i demoni. Tuttavia, questa soluzione è solo un’apparente scorciatoia. I nemici sono troppo forti, troppo radicati, e nessuno dei due gruppi riesce a ottenere una vera vittoria. La vera chiave di lettura di Versus è un’altra, molto più sottile: se il male non può essere sconfitto, forse può essere usato. Il nucleo della strategia diventa così quello di far scontrare le varie incarnazioni del male tra loro, in una danza letale di manipolazione, inganno e sacrificio. Da qui il titolo, Versus, un nome che non indica più lo scontro tra eroe e villain, ma tra nemici altrettanto oscuri.
Questa struttura narrativa si arricchisce ulteriormente con l’introduzione di un evento cosmico ancora più ampio. Il portale iniziale non ha connesso soltanto due universi, ma ha innescato una catena di collisioni tra molteplici dimensioni. Ognuna di esse è devastata da forze del male specifiche: virus intelligenti, parassiti mutanti, divinità decadute, mostri kaiju, entità psichiche. Ciascun mondo introduce nuovi personaggi, ognuno con un design unico, abilità particolari e un passato da scoprire. Versus è un vero e proprio caleidoscopio narrativo, dove generi e immaginari si sovrappongono in modo dissonante ma affascinante.

Versus: Tra caos narrativo e genialità visiva
Il rischio, naturalmente, è quello di perdersi. E in parte, questo succede. Con l’aumentare dei mondi e dei personaggi, il ritmo narrativo subisce una battuta d’arresto. Il lettore, inizialmente trascinato da un’idea dirompente, si trova sommerso da nuove introduzioni, ognuna delle quali pretende attenzione ma difficilmente conquista un posto stabile nella memoria affettiva. I protagonisti del primo mondo, come Hollow, rimangono i più riconoscibili e coinvolgenti, mentre i nuovi arrivati tendono a scivolare via, troppo numerosi e troppo rapidi nella loro presentazione.
Questa dispersione di focus è forse il principale punto debole della serie, che alterna momenti di pura genialità a segmenti più confusi. Alcuni nemici, come parassiti o virus, risultano meno visivamente impattanti rispetto a giganteschi mostri o cyborg armati fino ai denti. Questo squilibrio, unito a una narrazione corale che fatica a trovare un centro stabile, può creare una certa frustrazione. Eppure, nonostante queste criticità, Versus resta un manga sorprendente, capace di offrire spunti di riflessione profondi e inattesi.
Uno dei messaggi più forti che emergono da Versus, è quello della cooperazione. Nessun eroe può vincere da solo, ma uniti, anche i disperati possono trovare un varco nella notte. Il tema della collaborazione tra mondi, razze e tecnologie diverse viene trattato con sincerità e originalità, evitando il sentimentalismo e mostrando invece quanto sia difficile ma necessario costruire alleanze in tempo di crisi. La speranza non è più legata all’eroismo individuale, ma alla capacità di pianificare, sacrificare e scegliere il male minore per sopravvivere.
Dal punto di vista visivo, l’artista incaricato del progetto dimostra una grande versatilità. Le tavole spaziano dal fantasy oscuro allo sci-fi scintillante, passando per l’horror, il cyberpunk e il post-apocalittico. Ogni mondo ha una propria estetica riconoscibile, e i personaggi, per quanto numerosi, sono ben caratterizzati sul piano visivo. C’è però un dettaglio che ha suscitato più perplessità che entusiasmo: un maiale volante, compagno dell’eroe Hollow, che sembra un’aggiunta forzata e fuori tono. Il suo design sgradevole e il ruolo irrilevante lo rendono facilmente dimenticabile, tanto da sembrare un errore creativo più che una scelta voluta.
Un manga imperfetto ma necessario
Il confronto di Versus con le opere precedenti di ONE è inevitabile. Mob Psycho 100 e One-Punch Man sono serie consolidate, amate per il loro equilibrio tra azione, umorismo e introspezione. Versus, pur mostrando lampi di quella stessa brillantezza, appare ancora come un progetto in fase di rodaggio. Manca la coesione narrativa e il carisma assoluto dei protagonisti precedenti. Tuttavia, proprio per la sua natura sperimentale e il coraggio con cui sfida le regole del genere, merita attenzione.
Ci si chiede se ONE avrebbe dovuto concentrare le sue energie sul completamento delle serie già in corso, ma forse Versus è la risposta a un’urgenza creativa diversa, un’opera che vuole esplorare il caos invece dell’ordine, la strategia invece dell’azione pura, la complessità del male invece della semplicità del bene.
Per gli appassionati di manga e narrazioni fuori dagli schemi, Versus è un titolo da seguire, da discutere e, perché no, da mettere alla prova. Il suo futuro è incerto, ma proprio per questo ancora più intrigante.
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