The Conjuring: il rito finale, spiegazione dell’epilogo

Ultimo aggiornamento: 25 settembre 2025 09:18

Il fenomeno The Conjuring ha ridefinito l’horror contemporaneo, trasformando le indagini paranormali dei coniugi Warren in un vero e proprio universo narrativo. Con l’arrivo di “The Conjuring: il rito finale”, il franchise raggiunge un punto di svolta: non solo chiude il percorso di Ed e Lorraine, ma mette in discussione il futuro stesso della saga.
Un film che si presenta come atto conclusivo, in cui la lotta tra bene e male si intreccia a un dramma profondamente umano e familiare.

il caso Smurl e il destino dei Warren

L’inchiesta narrativa del film si sviluppa lungo due binari. Da un lato c’è il caso Smurl, ispirato a un reale episodio di infestazione paranormale, che porta lo spettatore dentro una spirale di terrore domestico. Dall’altro, la pellicola scava nella dimensione privata dei Warren, esplorando tensioni, fragilità e segreti rimasti nell’ombra.

Questa struttura a due voci, apparentemente dissonante, trova il suo punto di fusione solo negli ultimi venti minuti, quando i fili sparsi convergono in un unico nodo: un antico specchio maledetto.

Il cuore di The Conjuring: il rito finale è un oggetto. Non un semplice manufatto infestato, ma uno specchio demoniaco che collega passato e presente. Vent’anni prima, Ed e Lorraine lo avevano affrontato, pagando un prezzo altissimo: un parto prematuro che aveva quasi spezzato la vita della loro figlia Judy.
Ora, lo stesso specchio ricompare nella casa degli Smurl, rivelandosi come l’esca di una trappola più grande.

L’entità che lo abita sembra avere un unico obiettivo: Judy Warren.

Ombre del passato: Annabelle e le altre presenze

Come in ogni capitolo della saga, l’universo di The Conjuring si arricchisce di rimandi interni. In questo film, la più inquietante è la presenza ambigua di Annabelle. Non è mai chiaro se sia lo stesso spirito dello specchio o un’entità parallela che approfitta del caos. Questo alone di incertezza genera fascino ma anche confusione, lasciando lo spettatore sospeso tra ipotesi e dubbi.

Il rito finale

La battaglia conclusiva non è un classico esorcismo fatto di croci e preghiere. In The Conjuring: il rito finale, l’orrore diventa specchio interiore.
Ed, Lorraine e Judy vengono costretti a guardarsi dentro, affrontando paure, sensi di colpa e dubbi riflessi nell’oggetto maledetto.

È un rito psicologico e spirituale, in cui la forza della famiglia diventa l’arma decisiva. Lorraine, dopo anni passati a insegnare a Judy a reprimere le visioni, comprende che la vittoria passa dall’affrontare la paura e non dal negarla. È questo atto di consapevolezza a spezzare il legame con il demone.

Il film si chiude con una scelta narrativa insolita per il genere horror: il matrimonio di Judy e Tony. Un momento di luce che celebra non solo la vittoria contro il male, ma anche l’eredità dei Warren. La narrazione suggerisce che Ed e Lorraine si ritireranno per vivere una vita tranquilla con i loro nipoti, passando di fatto il testimone. La coppia formata da Judy e Tony viene presentata come la potenziale nuova generazione di investigatori del paranormale, pronti a continuare l’opera dei Warren.

La conclusione è volutamente emotiva e rassicurante, ma non tutti gli spettatori ne restano soddisfatti. Il caso Smurl, infatti, appare risolto in maniera rapida e quasi strumentale, lasciando aperta la domanda se la saga abbia davvero trovato il suo punto finale o se questo “rito” non sia altro che un nuovo inizio.

The Conjuring: il rito finale, è davvero all’altezza ?

The Conjuring: il rito finale è un testamento cinematografico che chiude il cerchio dei Warren ma spalanca interrogativi sul futuro del franchise. Con il demone sconfitto e l’infestazione terminata, i Warren possono vivere qualcosa di simile a un “lieto fine”, arrivando ad assistere al matrimonio di Judy e alla nascita del suo bambino.

Se da un lato offre un epilogo emotivo e familiare, dall’altro mette in evidenza una fragilità di scrittura che rischia di spezzare la tensione, ovvero mischiare elementi reali ad alcuni di pura finzione narrativa. Resta però una certezza: con questo capitolo, The Conjuring conferma la sua capacità unica di mescolare paura, mito e dramma umano, trasformando il rito finale in un atto di passaggio tra passato e futuro della serie.


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