Ultimo aggiornamento: 26 settembre 2025 09:42
La recente uscita di Netflix, Black Rabbit, ha catturato l’attenzione del pubblico fin dal suo annuncio, grazie a un cast stellare guidato da Jason Bateman e Jude Law. La serie si è rivelata un’opera complessa e stratificata, che va ben oltre un semplice thriller. Incentrata sull’intricato e spesso tormentato rapporto tra i fratelli Jake (Bateman) e Vince (Law), la narrazione esplora come le loro personalità, sebbene diametralmente opposte, siano profondamente radicate in un passato difficile che continua a proiettare la sua ombra sul loro presente.
Bugie, debiti, ambizioni folli ed un legame fraterno quasi tossico, diventano gli ingredienti di un dramma avvincente, arricchito da un profondo simbolismo, in cui la figura del coniglio assume un’importanza cruciale. Il finale, in particolare, lega insieme tutti i fili narrativi, offrendo una conclusione tragica e molto potente. Attenzione a gli spoiler !
Black Rabbit: Il Debito e l’Ambizione
Il motore principale della trama è un debito di 140.000 dollari che Vince ha contratto con Junior, l’impulsivo figlio del boss mafioso Manuso, e il suo socio Babbid. Fin dall’inizio, questo debito agisce come una spada di Damocle sulla testa dei fratelli. Sebbene riescano a raccogliere la somma necessaria, un punto di svolta cruciale si verifica quando Jake, il fratello apparentemente più razionale e ambizioso, prende una decisione fatale.
Invece di saldare il debito e garantire la sicurezza di Vince, sceglie di investire i soldi nel loro club, il “Black Rabbit”. Questa mossa non è solo un grosso azzardo finanziario; ma è la manifestazione della sua dipendenza dal successo, mettendo di fatto le sue ambizioni personali al di sopra della vita del fratello.
Questa scelta innesca una catena di eventi disastrosi. Gli scagnozzi di Junior, frustrati dal mancato pagamento, attaccano violentemente Vince. Durante l’aggressione, scoprono che Anna, una collaboratrice del ristorante, sta passando informazioni alla polizia, causando ritardi e complicazioni alle loro attività illecite. In un tragico incidente, la uccidono, aggravando esponenzialmente la posizione dei fratelli.
Ora, non si tratta più solo del Black Rabbit: Jake e Vince diventano testimoni scomodi di un omicidio, e Junior e Babbid vogliono eliminarli per assicurarsi il loro silenzio. È in questo momento di disperazione che Jake, con la sua abilità manipolatoria, propone un piano audace: una rapina “perfetta” da un milione di dollari in gioielli, che si terrà nel loro stesso ristorante entro 48 ore.
Sebbene questo piano sembri una via d’uscita, segna in realtà il punto di non ritorno, la frattura più profonda nel loro rapporto, portandoli a separarsi.
Il Tradimento di Junior
Mentre la tensione con Manuso cresce, una trama secondaria apparentemente slegata si rivela fondamentale. Un personaggio di nome Jules viene filmato mentre droga e aggredisce delle persone. Campbell, una figura potente e oscura che si muove dietro le quinte, offre a Jake una somma enorme, 500.000 dollari, per far sparire il filmato incriminante. In un colpo di fortuna che sembra quasi surreale, i soldi di cui i fratelli avevano disperatamente bisogno vengono letteralmente “consegnati” a Jake, li userà per salvare il Black Rabbit ?
Sfortunatamente no, la somma viene utilizzata per saldare finalmente ogni debito con Manuso, che, da uomo d’onore a modo suo, annulla la rapina precedentemente concordata.
Tuttavia, il piano viene stravolto dall’insicurezza e dal desiderio di rivalsa di Junior. Egli soffre di un profondo complesso di inferiorità nei confronti del padre, sentendosi costantemente sminuito e non all’altezza. Una frase emblematica di Manuso, rivolta a Jake (“Sfortunatamente, non ci scegliamo le famiglie”), viene percepita da Junior come l’ennesima pugnalata, la conferma del disprezzo paterno. Determinato a dimostrare il proprio valore, decide di procedere con la rapina, nonostante l’ordine contrario del padre.

Vince, sentendosi in qualche modo obbligato a partecipare dopo che Babbid si è tirato indietro per obbedire a Manuso, si unisce al colpo. Durante la rapina, la situazione degenera a causa dell’ossessione di Vince per un falso orologio, un regalo del padre che aveva perso. Questo oggetto, per lui, ha un valore simbolico immenso, legato al senso di colpa per aver ucciso il padre da giovane per proteggere la madre. Il caos che ne deriva porta alla morte di Wes, socio e amico di Jake, e culmina con Vince che, per salvare il fratello, uccide Junior. Con questo gesto, Vince firma la sua condanna a morte: Manuso mette una taglia sulla sua testa.
Black Rabbit: Il Sacrificio Finale
Black Rabbit descrive entrambi i fratelli come dipendenti: Vince dal gioco d’azzardo, Jake dal successo e, soprattutto, dal fratello maggiore. Nonostante i suoi continui fallimenti, era stato Vince ad avere la visione iniziale per il ristorante; senza di lui, l’ascesa di Jake non sarebbe mai iniziata. Ora, con Vince in fuga, Campbell offre a Jake un’ultima, terribile scelta: consegnare il fratello o finire lui stesso in prigione.
Il confronto finale avviene nel luogo dove tutto è iniziato e finito: il ristorante. Qui, Vince raggiunge una lucida e dolorosa consapevolezza. Si vede per quello che è: un’ancora che trascina costantemente Jake verso il fondo. Si riconosce come una persona “cattiva”, destinata alla rovina fin dal giorno in cui ha ucciso suo padre, un segreto che lo ha tormentato per tutta la vita.
Le sue parole a Jake, “Vivi la tua vita per entrambi”, suonano come un addio. Sebbene inizialmente si possa pensare che stia considerando di costituirsi, il significato è molto più oscuro e definitivo. Vince sa che finché sarà vivo, rappresenterà sempre un pericolo per Jake, perché il legame che li unisce è una dipendenza che li condanna entrambi. Con una battuta apparentemente scherzosa, “Devo un salto”, allude a un amico che si era gettato da un punto panoramico rimanendo paralizzato. Vince si reca in quello stesso punto e compie il gesto estremo, ponendo fine alla sua vita per liberare finalmente il fratello.
Black Rabbit: il finale spiegato
La scena finale di Black Rabbit è estremamente piena di significato. Mostra Jake solo, di nuovo nella stessa posizione della scena iniziale, ma ora il suo sguardo è diverso. Ha perso tutto: suo fratello, amici come Roxy, il suo socio Wes e persino il ristorante che rappresentava il culmine delle sue ambizioni. Eppure, in questa perdita totale, sembra trovare una sorta di pace, una liberazione dall’ossessione per il successo che lo aveva consumato.
Tornato nel suo appartamento, trova Manuso ad aspettarlo. L’uomo è armato, pronto a esigere la sua vendetta. Ma quando apprende della morte di Vince, abbassa l’arma e, in un gesto sorprendente, conforta Jake. Il debito è stato pagato, “occhio per occhio”. Manuso, che conosceva Jake fin da bambino e nutriva per lui una sorta di orgoglio distorto, riconosce nel dolore di Jake un riflesso del proprio dolore per la perdita di un figlio. La vendetta non ha più senso.
La telecamera si allontana, mostrando un’ampia inquadratura della città, suggerendo che, nel grande schema delle cose, questa tragedia personale non è che una piccola, insignificante storia in un mondo che continua a muoversi indifferente. Black Rabbit si conclude così, non con un trionfo, ma con il ritratto malinconico di un uomo che ha dovuto perdere tutto per capire cosa contava davvero, rimanendo solo con il fantasma del successo che aveva tanto desiderato.
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