Ultimo aggiornamento: 23 dicembre 2025 09:07
Il cinema contemporaneo è spesso alla ricerca di narrazioni che possano coniugare la grandiosità dello spettacolo visivo con la profondità dei temi universali. In questo contesto, l’annuncio di un nuovo progetto firmato da Christopher Nolan suscita sempre un interesse straordinario, ma la scelta di adattare l’Odissea di Omero rappresenta una sfida di proporzioni monumentali. Il primo trailer di questo kolossal, intitolato semplicemente “The Odyssey”, offre uno sguardo ravvicinato a come il regista intenda trasporre sul grande schermo uno dei pilastri della letteratura mondiale, un’opera che ha resistito per millenni e che ora si appresta a ricevere il trattamento tipico delle produzioni nolaniane: realismo, scala epica e una narrazione complessa.
L’ estetica del realismo bellico
L’incipit di The Odyssey ci trasporta immediatamente in un’atmosfera post-bellica, con una panoramica che sorvola i campi di Troia. Non vediamo la gloria della battaglia, bensì i resti del conflitto: armature di soldati greci sparse sulla sabbia, un’immagine potente che serve a ricordare il costo umano della guerra di Troia. È in questo scenario che facciamo la conoscenza di Odisseo, interpretato da un Matt Damon che sembra incarnare perfettamente l’estetica del guerriero stanco e segnato dal tempo.
Una delle prime scene mostrate vede Odisseo inchinarsi davanti ad Agamennone, il comandante supremo dei Greci. Il rapporto tra i due appare teso e complesso; si accenna infatti a un passato turbolento in cui Agamennone, per costringere l’eroe di Itaca a unirsi alla spedizione contro Troia, arrivò a minacciare la vita del piccolo Telemaco. Questo dettaglio aggiunge una venatura di risentimento personale che giustifica la distanza emotiva tra i due leader. Agamennone è accompagnato da suo fratello Menelao, interpretato da Jon Bernthal, colui la cui vicenda coniugale con Elena diede inizio all’intero conflitto.
Uno degli aspetti più intriganti di The Odyssey riguarda la struttura narrativa. Molti indizi suggeriscono che Nolan possa aver scelto di raccontare gran parte del viaggio di Odisseo attraverso una prospettiva filtrata. Vediamo infatti Telemaco, ormai cresciuto, confrontarsi con sua madre Penelope riguardo alla sorte del padre scomparso. Nei primi libri del poema originale, Telemaco intraprende un viaggio alla ricerca di notizie, interrogando chiunque possa sapere qualcosa.
The Odyssey: Il peso del ritorno
The Odyssey sembra voler integrare gli elementi più mitologici e fantastici del racconto proprio come storie riferite a Telemaco da vari testimoni. Questo approccio permetterebbe a Nolan di mantenere il suo stile realistico, pur abbracciando la natura leggendaria di Odisseo, che dopo vent’anni di assenza è diventato una figura quasi mitica agli occhi del suo popolo.
Mentre Odisseo lotta per tornare, a Itaca la situazione è disperata. Penelope è circondata da oltre cento proci, pretendenti che esercitano una pressione costante affinché lei si risposi, dando per morto il marito. La sua fedeltà incrollabile è uno dei fulcri emotivi della storia. Il trailer mostra fugacemente Penelope che stringe a sé Odisseo in un flashback o in una promessa iniziale, chiedendogli di tornare, a cui lui risponde con un dubbio lacerante: “E se non potessi?“. Questa incertezza permea l’intero viaggio di ritorno, una traversata di dieci anni che metterà alla prova non solo la forza fisica degli uomini, ma anche la loro determinazione morale.
La genialità di Odisseo, celebrata attraverso l’invenzione del cavallo di Troia, viene mostrata con una sequenza mozzafiato. Vediamo l’esercito troiano trascinare l’enorme statua di legno fuori dall’acqua, un momento che prelude alla caduta della città. Nolan ci porta all’interno della struttura, mostrandoci la tensione dei soldati greci nascosti che devono mantenere il silenzio assoluto, arrivando a soffocare le grida di un compagno ferito pur di non essere scoperti. È questa astuzia che ha reso Odisseo una leggenda, ma è anche ciò che lo porterà a scontrarsi con forze che vanno oltre la comprensione umana.

Il punto di svolta del viaggio è rappresentato dall’incontro con il Ciclope, Polifemo. In una breve ma intensa sequenza in una caverna, Odisseo e i suoi uomini si trovano faccia a faccia con il figlio di Poseidone. Questo scontro non è solo una prova di sopravvivenza, ma l’evento che scatena la maledizione del dio del mare. Da questo momento in poi, il viaggio diventa un calvario segnato da tempeste incessanti, l’incontro con la maga Circe, le insidie delle Sirene e mostri marini indescrivibili. È interessante notare come il numero delle navi al seguito di Odisseo diminuisca drasticamente nel corso del trailer: se inizialmente vediamo una flotta di tre vascelli, verso la fine ne rimane soltanto uno, governato con fatica dallo stesso protagonista mentre i suoi uomini soccombono alla furia degli elementi.
Una delle sequenze più suggestive dal punto di vista visivo è senza dubbio quella dedicata al regno dei morti. Odisseo e il suo equipaggio si avventurano nell’Oltretomba alla ricerca del profeta cieco Tiresia, l’unico in grado di offrire consigli su come superare le prove future. Nolan interpreta il paesaggio sotterraneo come un campo desolato di cenere e oscurità, dove i morti sorgono dal terreno per affrontare i vivi. È un luogo avvolto in una nebbia perenne che i raggi del sole non riescono mai a penetrare, una notte malinconica e infinita situata ai confini del mondo conosciuto. Qui, l’eroe viene travolto da un clamore inquietante di anime che fluttuano attorno a lui, incontrando figure del suo passato come il compagno Elpenore, sua madre e persino il grande guerriero Achille. La scelta della cenere anziché dei classici prati di asfodeli conferisce alla scena un tono cupo e moderno, tipico della cinematografia del regista.
Conclusione
Il trailer di The Odyssey si chiude con un senso di grandezza e al tempo stesso di intimità. La colonna sonora, imponente e coinvolgente, accompagna immagini di una scala vastissima, dai costumi curati nei minimi dettagli alla colorazione che esalta la drammaticità dei paesaggi marini e desertici. Matt Damon sembra aver vinto le scetticismo iniziale, offrendo una performance che comunica autorità e vulnerabilità, l’immagine perfetta di un uomo che vuole solo tornare a casa ma che è ostacolato dagli dei e dal proprio destino.
In definitiva, questo adattamento di Nolan sembra voler onorare la tradizione millenaria di Omero pur reinterpretandola per il pubblico contemporaneo. La decisione di bilanciare il realismo storico con gli aspetti mitologici, forse attraverso il filtro della narrazione orale di Telemaco, promette di offrire un’esperienza cinematografica unica. La storia di un uomo che affronta l’ignoto, il soprannaturale e la propria stessa natura per ritrovare la propria famiglia rimane, oggi come tremila anni fa, una delle narrazioni più potenti mai create dall’umanità. Con “The Odyssey”, il cinema sembra pronto a restituire a questa epopea la dignità e la maestosità che merita sul grande schermo.
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