Ultimo aggiornamento: 17 aprile 2025 17:27
L’episodio finale di Daredevil: Rinascita, intitolato emblematicamente “Straight to Hell”, segna un momento cruciale nella rinascita di Matt Murdock. Il titolo, carico di simbolismo, non è solo un riferimento al ritorno del protagonista nel cuore pulsante di Hell’s Kitchen, ma allude anche a un cammino interiore tortuoso, un’immersione nell’oscurità da cui Daredevil riemerge più determinato che mai. È una metamorfosi. Una dichiarazione d’intenti. Ed è anche il trampolino di lancio per una seconda stagione già annunciata, nonché per uno speciale interamente dedicato al Punitore, previsto nel corso del prossimo anno.
Un Esercito per Difendere Hell’s Kitchen
Il fulcro narrativo di questo episodio finale ruota attorno a un elemento strategico: la necessità di costruire un’alleanza, un vero e proprio “esercito” di vigilanti. Matt lo comunica apertamente a Karen Page, sottolineando che la lotta contro la corruzione sistemica non può più essere condotta in solitaria. Si apre così lo spiraglio per un ritorno dei volti iconici dell’universo Defenders: Jessica Jones appare già confermata, mentre permangono incertezze su Luke Cage e Iron Fist. Un ruolo emergente potrebbe essere quello del Detective Kim, già introdotto nella stagione, che si prefigura come una pedina interna nel corpo di polizia, alleato segreto di Daredevil nel cuore del sistema corrotto.
Il Ritorno del Punitore: Frank Castle Risorge
Ma la vera scossa arriva con il ritorno di Frank Castle, alias il Punitore, nuovamente in assetto da guerra e pronto a ristabilire la sua giustizia spietata. La tensione tra lui e Matt Murdock esplode in un confronto ideologico serrato: da un lato la giustizia cieca ma controllata di Daredevil, dall’altro l’implacabile mano armata del Punitore, che non esita a eliminare i “Punisher Cops”, agenti corrotti che usano il suo simbolo come vessillo di terrore. Le divergenze tra i due sono insanabili, ma la loro collaborazione – orchestrata da Karen, rientrata da un esilio californiano – resta fondamentale per il futuro assetto della serie.
Kingpin Sindaco: La Città in Ostaggio
Sullo sfondo, un Wilson Fisk più potente che mai domina la scena. La sua elezione a sindaco di New York gli conferisce un controllo capillare su forze dell’ordine, sistema giudiziario e apparati statali. Il fulcro della sua operazione è il porto di Red Hook, zona franca e legalmente intoccabile, che usa come epicentro per riciclare fondi illeciti. Sotto la sua amministrazione, Manhattan viene trasformata in una zona militarizzata, con la messa in atto della controversa “Safer Streets Initiative“, che legittima brutalità e soprusi in nome dell’ordine pubblico.
La Regina del Crimine: Vanessa Fisk
Dietro il volto istituzionale di Kingpin si muove l’ombra di Vanessa Fisk, la vera burattinaia. Assunta ormai al ruolo di Queenpin del crimine, Vanessa manipola Benjamin Poindexter conosciuto come Bullseye, sfruttandone la psiche fragile come in passato fece il marito con ben altri scopi.
Viene inoltre svelato un inquietante retroscena: per evitare la prigione, Fisk ha incolpato l’agente Ray Nadeem, un capro espiatorio utile anche per scagionare Bullseye, in cambio dell’omicidio di Foggy Nelson. Ma l’assassino non ha dimenticato il tradimento: il suo tentativo di eliminare Fisk durante una festa mostra che la lealtà tra i mostri ha sempre un prezzo.
Un Sistema Inespugnabile, ma non Indistruttibile
La presa di coscienza di Karen e Matt è amara: Kingpin è legalmente intoccabile grazie allo status speciale di Red Hook. È allora che la mente strategica di Karen suggerisce a Matt un cambio di paradigma: non più forza bruta, ma intelligenza, alleanze e resistenza organizzata. L’idea di un “esercito dei Defenders” diventa sempre più concreta, con la città che si avvia verso un conflitto inevitabile tra giustizia e potere corrotto.
Un momento scioccante chiude l’episodio finale prima della scena post-credit: Kingpin assassina a sangue freddo il commissario di polizia, un omicidio politico che consolida il suo dominio e funge da contraltare alle azioni del Punitore. Nella scena post-credit di Daredevil: Born Again vediamo che Punisher è ancora chiuso nella sua gabbia e inizia a conversare con il poliziotto che lo sorveglia. Scopre che entrambi vengono dallo stesso posto ed apparendo piuttosto amichevole, si offre di stringere la mano al poliziotto.

Essendo un fanboy di The Punisher, il poliziotto si muove per stringere la mano, e non appena The Punisher prende la mano del poliziotto, lo ha tirato dentro e si è rotto il braccio per ottenere la chiave della gabbia e mentre lo schermo si oscura, sentiamo la porta della gabbia aprirsi.
La scena post-credit dell’ episodio finale Daredevil: Rinascita ci mostra che il Punitore è fuggito da Red Hook. La storia verso cui porterà sarà probabilmente vista nel prossimo speciale di Punisher o sarà direttamente affrontata nella seconda stagione che è già stata rinnovata.
L’episodio finale segna il ritorno del Diavolo di Hell’s Kitchen
La sequenza dell’episodio finale è fortemente simbolica: Matt Murdock, di nuovo nei panni di Daredevil, nel Josie’s Bar, circondato da ritagli di giornale che proclamano il ritorno del “Diavolo di Hell’s Kitchen”. La luce rossa intermittente proiettata su di lui è una metafora visiva potente: la sua battaglia è appena iniziata, e il nemico non è più soltanto un boss del crimine, ma un’intera città sotto controllo.
Tra i personaggi secondari che promettono sviluppi narrativi importanti, Heather Garland, ora nel gabinetto politico di Fisk, e Kirsten, che comincia a dubitare della narrazione ufficiale, rappresentano i primi segnali di crepe nel sistema del nuovo regime.
Con una regia cupa, una sceneggiatura serrata e personaggi complessi, il finale di Daredevil: Born Again non solo chiude un ciclo narrativo, ma apre un nuovo capitolo che potrebbe ridisegnare l’intero Marvel Street Level Universe. L’attesa per la seconda stagione e per lo speciale del Punitore è altissima. La strada per la redenzione è lunga, ma il Diavolo è tornato. E questa volta, non sarà solo.
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